Mare Nostrum

L’Italia è da sempre terra strategica sia per la posizione dominante sul Mare nostrum sia per le sue condizioni climatiche ed ambientali. Il possesso della Sicilia e delle isole limitrofe fra l’altro consentiva un controllo totale sul Mediterraneo e su tutti i traffici commerciali e militari obbligati ad attraversarlo. Naturale conseguenza è che la nostra penisola è stata da sempre meta ambita da tutte le popolazioni e non certo per motivi turistici.

L’Italia, geograficamente ed idealmente parlando, poteva essere paragonata ad un ponte che, collegava la “ricca e potente” Europa alla “tutta da esplorare e colonizzare” Africa. Ma oggi l’evoluzione dei mezzi di trasporto ha reso meno rilevante tale ruolo di “ponte” che però viene ancora utilizzato da moltitudini di disperati che, come unica speranza di salvezza, affrontano sulle “carrette del mare” la furia delle onde pur di abbandonare la loro indigenza attirati dal miraggio dell’opulento mondo occidentale.

Lasciando stare la preistoria e le leggende, in età pre-romana i Celti ed Galli al nord, i Fenici ed i Cartaginesi al sud iniziarono le loro scorrerie lungo questa striscia di terra.
Seguì la colonizzazione da parte dei Greci (civiltà molto raffinata) che diede origine nel meridione (Napoli, Siracusa, ..) a scuole filosofiche ed alla fioritura di letterati, artisti e uomini di scienza (Teocrito, Parmenide, Archimede, ..) oltre che ad istituzioni politiche allora sconosciute e che anticipavano forme di democrazia diretta.

Fra il 25 a.C. ed il 6 a.C. Roma con le sue legioni riuscì a sottomettere tutte le 46 popolazioni italiche, unificando per la prima volta la penisola sotto un unico dominio.
Per i Romani, e poi anche per i Bizantini la Sicilia fu solo una provincia di scarsa importanza, mantenuta e difesa solo per il suo valore strategico al centro del Mediterraneo e per i tributi che era costretta a pagare.

Ma con la decadenza dell’impero l’Italia torna ad essere terra di conquista e così, fra il 476 ed il 774, abbiamo al nord le tribù germaniche (Goti) e quindi i Longobardi (popolo di religione ariana che non riconosceva l'autorità imperiale, dedita al saccheggio rendendo schiavi i vinti).
Nello stesso periodo al centro-sud si insediano gli eredi dell'Impero Romano d'Oriente (Bizantini, da Bisanzio l’odierna Istanbul).
Il “Ducato romano”, formalmente in mano bizantina ma governato con una certa autonomia (comunque non totale) dal Papa, fungeva da cuscinetto fra le due grandi zone di influenza.

La “Langobardia Maior” (e cioè i domini longobardi dell'Italia settentrionale e dell'attuale Toscana) era ripartita in numerosi ducati e includeva Pavia, capitale del regno. Nel 774 entrò a far parte dell'Impero carolingio.
Dall’831 al 1072 abbiamo un lungo periodo di dominazione Araba in una Sicilia che rifiorì sia economicamente che culturalmente e godette di un periodo lungo di pace e prosperità divenendo il punto nevralgico degli scambi nel mediterraneo.

Agli inizi del 2° millennio l’Italia mostra un aspetto ancor meno “unitario” come mostra la cartina successiva.
Questo frazionamento rimane, sicuramente fino al congresso di Vienna del 1815, una peculiarità dell’area centro-settentrionale ancora con l’avvento dei “comuni” (repubbliche marinare incluse), la loro evoluzione in “signorie” e le lotte degli stati più forti (Ducato di Milano e le Repubbliche di Venezia e Firenze) per estendere la propria egemonia.

Il centro-sud invece si mostra meno “frazionato” sia per la presenza del potente “Stato Pontificio” durato oltre un millennio (dal 752 al 1870), sia per la creazione di un forte “regno di Sicilia” (o “di Napoli” o “delle due Sicilie”) protrattosi anche questo, di dominazione in dominazione (Normanni, Angioini, Aragonesi e Borboni), fino al 1860.





In realtà la penisola Italiana cade sotto l’egemonia delle potenze straniere (prima la Francia, poi la Spagna e infine l'Austria), egemonia dalla quale si libererà solo nel 1866 con la terza guerra di indipendenza.

Ma parlando di storia d’Italia non possiamo non parlare del Regno di Sardegna che, creato nel 1297 con l’appoggio di Papa Bonifacio VIII, nel 1469 fu aggregato alla corona di Spagna e poi all'Austria (1708) prima di essere ceduto a Vittorio Amedeo II di Savoia (1720), che ne divenne il diciassettesimo re. La Sardegna venne declassata a “colonia” e fiscalmente sfruttata creando un malcontento ancor oggi latente fra tutte le classi sociali.

Nel 1858 Il Regno di Sardegna comprendeva le attuali regioni Valle d'Aosta, Piemonte, Sardegna, Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana. Rimanevano escluse Umbria, Marche e Lazio (stato Pontificio) oltre a tutto il sud “liberato” dai Borboni dalla spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi (1860).
Nel 1861 viene proclamato il Regno d'Italia mancante però di Veneto e Friuli, Roma, Trentino-Alto Adige e Venezia Giulia.
Il periodo che va dal 1859 al 1861 è quello dei plebisciti. Il Ducato di Parma, il Ducato di Modena ed il Granducato di Toscana votano dei plebisciti per l'unione con il Regno. Ma anche i territori conquistati (Regno delle Due Sicilie, la Romagna, le Marche e l'Umbria) vengono annessi ufficialmente al regno tramite plebisciti.

Oggi il risultato di quei plebisciti verrebbe definito “bulgaro” per l’entità dei favorevoli all’annessione spesso intorno al 99-100% (le stesse percentuali totalitarie ottenute da Mussolini nei referendum del 1929 e 1934!) e con le sole eccezioni del regno di Napoli (75%) e di Sicilia (86%.)

Per conquistare Veneto e Friuli nel 1866 il Regno d'Italia dichiarò guerra all'Austria alleandosi con la Prussia (terza guerra di indipendenza) che si concluse con l'annessione di Veneto e Friuli-Venezia Giulia (referendum confermativo in Veneto: oltre il 99% di favorevoli.)

Mancava Roma che venne conquistata il 20 settembre 1870 (Breccia di Porta Pia) creando una profonda frattura tra Stato italiano e Chiesa, formalmente sanatasi poi con i Patti Lateranensi del 1929 (referendum confermativo a Roma: oltre il 99% di favorevoli). In tal modo ebbe termine il millenario potere temporale del papato le cui proprietà vennero annesse allo stato italiano. Papa Pio IX si ritirò nel palazzo del Vaticano e si dichiarò prigioniero politico. Lo stato del Vaticano venne ripristinato in forma ridotta nel 1929 con i Patti Lateranensi mantenendo come proprio corpo armato quello della “Guardia Svizzera Pontificia” fedelmente al servizio del Papato dal 1506.

In realtà l’influenza del Vaticano sulla politica di Roma e dell’intero stato italiano si è fatta sempre sentire in maniera pressante condizionando, ancora oggi, diverse delle decisioni che nulla dovrebbero avere a che fare con il “governo delle anime”!
Dopo questa data Roma diventa la capitale d’Italia (dopo Firenze e Torino).
L'Italia completò la sua riunificazione nazionale acquisendo il Trentino-Alto Adige, la Venezia Giulia con la fine della prima guerra mondiale (1915-18.)
L’annessione definitiva di Trieste all’Italia avvenne nel 1954.

Questa, per sommi capi, è la millenaria storia dell'Italia, cioè di quelle terre poste fra le alpi ed il mare e dei popoli che l'hanno abitata con le loro molteplici differenze culturali e politiche.